IL VALORE DEL TEMPO DONATO
Testimonianza di esperienze e collaborazioni condivise di una volontaria

Mi chiamo Silvia e sono una volontaria Caritas di Suzzara dal 2016, quando è nato lo SNODO l’emporio solidale gestito dai volontari delle parrocchie del vicariato S. Anselmo. Insieme ad altri volontari della mia parrocchia, Bondeno, ho iniziato a prestare servizio come “commessa” circa una volta al mese. Dopo qualche tempo la responsabile mi ha chiesto se ero disponibile ad andare una volta a settimana a smistare la frutta e verdura che veniva donata all’emporio, e data la mia natura e penso anche per il valore alla solidarietà che mi è stato insegnato in famiglia, non ho potuto rifiutare. Volentieri ho iniziato portando la mia esperienza acquisita lavorando nel negozio di generi alimentari che ho gestito al mio paese fino al terremoto del 2012. Insieme a Nadia con la quale, lavorando all’emporio, è nata una bella amicizia, ci prendiamo cura di ripulire la frutta e verdura da tutte le parti non sane e di confezionare i prodotti più delicati in vaschette di plastica per fare in modo che non si danneggino quando il cliente le porta a casa. Mi piace preparare al meglio i prodotti da esporre nell’emporio, perché gli utenti Caritas che vengono a rifornirsi non si sentano trattati diversamente da un qualsiasi altro supermercato, dove prima di tutto viene la soddisfazione del cliente, e per salvaguardare la dignità della persona in difficoltà.

Circa 4 anni fa, in uno stabile della parrocchia di Bondeno, è stata creata un housing sociale gestito dall’associazione Abramo, con 6 appartamenti che ospitano famiglie in difficoltà economiche. In principio questa scelta non è stata accolta molto bene dai parrocchiani, perché la decisione era stata presa senza informarli o consultarli, e poi il vedere che gli ospiti erano tutti stranieri che nessuno conosceva e che sembrava non volessero integrarsi, ha creato in loro diffidenza e anch’io che ero stata invitata a portare nell’housing dei prodotti dello SNODO per le famiglie ospiti, non riuscivo a creare un rapporto con loro, soprattutto perché non parlavano italiano. Poi qualche mese fa, Valentina la nuova responsabile dell’housing, mi ha contattata per chiedermi di aiutarla a progettare qualcosa per fare in modo che le donne che vivevano lì, potessero uscire dai loro appartamenti e cominciassero a partecipare a qualche attività anche nel paese,e così siccome eravamo vicini a carnevale, ho chiesto a Nadia una amica molto attiva nella parrocchia,di aiutarmi ad insegnare loro a fare addobbi e decorazioni per la festa che tutti gli anni viene organizzata dalla parrocchia. Così mentre facevamo questi lavori si è creato fra noi un bel rapporto di confidenza e le signore si sforzavano di parlare in italiano. Passato il carnevale io e Nadia ci siamo chieste cos’altro potessimo fare per mantenere i rapporti con le signore, e siccome quando parlavamo con loro, ci avevano detto che nella loro cucina usano molte verdure, mi è venuto in mente che si sarebbe potuto insegnare loro a coltivare un orto, così abbiamo chiesto al parroco di poter usare il terreno che sta dietro l’asilo parrocchiale che una volta coltivavano le suore che ora non ci sono più. L’associazione Abramo ci ha fornito i semi e alcuni attrezzi ed abbiamo iniziato a coltivare con le signore e le loro famiglie che si sono appassionate sempre più, specialmente quando hanno iniziato a raccogliere i primi frutti.

Ma la cosa più importante di queste iniziative è che insieme all’orto, abbiamo coltivato i rapporti umani, le signore che prima a malapena si conoscevano, adesso hanno legato fra loro, collaborano e direi che sono diventate amiche e anche con noi è nato un rapporto di fiducia e confidenza tanto che a volte ci chiedono pareri e consigli, come fossimo le loro mamme e addirittura una di loro che ha una bambina di pochi mesi, quando ci incontriamo le dice che è arrivata nonna Silvia. Un'altra cosa bella che ha fatto Nadia è stato impiegare le signore nelle pulizie degli ambienti dell’oratorio, dietro un piccolo compenso, questo le ha gratificate molto. Poi quando nell’orto di casa mia ho raccolto tantissimo basilico, abbiamo pensato di fare il pesto genovese con le signore che ci avevano detto che a loro piace molto, anche questo è stato un bel momento di condivisione e di inclusione.

Queste esperienze mi hanno fatto capire cosa significa Chiesa in uscita come intendeva papa Francesco, cioè lasciare le comodità e le faccende personali che sono spesso causa di pregiudizi e incomprensioni, per andare a conoscere le persone con le loro storie di vita e farsi prossimi, entrare nelle loro vite e culture, e mettere in pratica le opere di misericordia che ci ha insegnato Gesù Cristo.

Un’altra cosa bella che è successa allo SNODO a me e Nadia, è stata l’ esperienza di due ragazzi stranieri che sono venuti a fare l’anno di volontariato sociale (che dà a loro un piccolo contributo mensile), che quando ci hanno visto lavorare hanno chiesto se venivamo pagate per quello che facevamo, ed alla nostra risposta negativa sono rimasti stupiti perché nella loro cultura non sanno cos’è il volontariato, poi lavorando insieme a noi si sono appassionati al servizio per gli altri, tanto che, finito l’anno, hanno chiesto di rimanere anche loro a fare qualche ora di volontariato. Questa è stata la gratifica più bella che potessimo ottenere, perché vuol dire che con il nostro esempio abbiamo sparso buoni semi.

Rete degli Empori

Tutte le nostre attività e iniziative sono possibili solo grazie ai volontari e alle donazioni di chi condivide i nostri valori e i nostri obiettivi: ogni donazione per noi, anche le più piccole, sono aiuti per una o più persone in difficoltà. Siamo volontari e per noi la solidarietà non ha prezzo, ma un prezzo tu puoi darglielo, anche piccolo, aiutandoci con una donazione.

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